Cervia anni ’60: tra pineta, saline e il sogno di Armando. Un viaggio nel tempo tra i profumi di una Cervia che non c’è più, ma che rivive in un gin artigianale dal cuore autentico.

La Cervia degli anni Sessanta: una città tra due mondi

La Cervia degli anni ’60 non assomiglia affatto a quella che conosciamo oggi. Le sue spiagge, allora, erano ancora poco affollate; i viali alberati offrivano ombra e silenzio, mentre la città sembrava sospesa tra la memoria del passato e le promesse del futuro. Era una Cervia genuina, ancora fortemente legata alla sua terra e alle sue radici, ma allo stesso tempo pronta ad accogliere i primi segnali di un cambiamento epocale.

La Pineta: anima verde della città

In quegli anni, la pineta non era semplicemente un luogo da attraversare: era parte viva della città, una vera e propria estensione della spiaggia e delle case. Il profumo intenso della resina e degli aghi di pino accompagnava chiunque vi si avventurasse, regalando un’esperienza sensoriale unica. Nonostante le ferite ancora visibili della guerra, i pini tornavano a crescere fitti e rigogliosi, quasi a voler custodire quei versi dannunziani che Palanti, il fondatore di Milano Marittima, aveva scelto per il suo villino: “Il mare canta una canzone d’amore nel plenilunio bianco alla pineta.”

Le Saline: il cuore identitario di Cervia

Ma se la pineta era l’anima verde, le saline erano — e sono ancora — il cuore pulsante di Cervia. Un luogo intriso di storia, fatica e orgoglio. Negli anni Sessanta, anche le saline iniziarono a cambiare: l’antico metodo di coltivazione venne gradualmente sostituito da tecniche più moderne. Un’evoluzione inevitabile che sconvolse la vita dei salinari, custodi di un sapere antico. Eppure, ancora oggi, lungo i canali salmastri resistono i segni di quel passato: le burchielle, piccole imbarcazioni tradizionali, e la salicornia - pianta selvatica dal sapore salato e intenso - simbolo di un’epoca che non vuole farsi dimenticare.

Armando: un uomo, una famiglia, un sogno

È in questo scenario che arriva Armando, un giovane montanaro originario di Roncofreddo. Con coraggio e determinazione, scelse Cervia come luogo in cui costruire il futuro della sua famiglia.

Insieme a sua moglie Mafalda e ai figli Gigliola, Loretta e Roberto, si mise in gioco, contribuendo con il proprio lavoro e il proprio entusiasmo alla rinascita di questa città in fermento. Armando vide nelle trasformazioni del territorio un’opportunità, e seppe coglierla con spirito pionieristico.

Gin Armando: il distillato che racconta una storia

Gin Armando non è solo un gin: è un racconto liquido, un viaggio sensoriale tra Saline e Pineta, tra passato e presente, tra profumi e ricordi. È un omaggio a quell’uomo e alla sua visione, ma anche a una Cervia che forse non esiste più, se non nei racconti di chi l’ha vissuta.

Chiudi gli occhi e assapora: potrai quasi sentire la brezza salmastra delle saline, il profumo balsamico degli aghi di pino, e immaginare Armando mentre, per la prima volta, osserva la costa adriatica e immagina il futuro che verrà.

Gin Armando è un London Dry Gin artigianale, prodotto con botaniche selezionate che raccontano il territorio: ginepro, salicornia, coriandolo, basilico, rosa canina e aghi di pino. Il suo profilo olfattivo è importante e profondo, mentre il gusto resta morbido, con un finale pulito e leggermente sapido grazie alla presenza della salicornia.

Si può gustare liscio, ghiacciato come digestivo, oppure come base per un Gin & Tonic elegante e originale. Per esaltare le sue caratteristiche naturali, si consiglia una tonica mediterranea.